Nei dintorni

Cosa visitare a Cassino e dintorni

Abbazia di Montecassino

L’arciabbazia di Montecassino è un monastero benedettino sito sulla sommità di Montecassino, nel Lazio. Dal dicembre 2014 il sito è in gestione al Polo Museale del Lazio.
Fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia sul luogo di un’antica torre e di un tempio dedicato ad Apollo, situato a 519 metri sul livello del mare, ha subito nel corso della sua storia un’alterna vicenda di distruzioni, saccheggi, terremoti e successive ricostruzioni.
Nel 577, durante l’invasione dei Longobardi, il monastero venne distrutto per la prima volta e la comunità dei monaci, con le spoglie del santo fondatore, dovette ripararsi a Roma. Poi, dal 643 i monaci trovarono ospitalità dalla comunità di San Colombano a Bobbio e in seguito nei vari monasteri ed abbazie colombaniane in Italia ed in Europa, diffondendo enormemente le comunità benedettine. Ricostruita intorno al 717 sotto l’impulso di Petronace di Montecassino, l’abbazia venne distrutta una seconda volta dai Saraceni nell’883, venendo riedificata per volere di papa Agapito II solo nel 949.


Cimitero Polacco

Il cimitero militare polacco di Montecassino (in polacco polski cmentarz wojenny na Monte Cassino) si trova nei pressi dell’abbazia di Montecassino, nel comune di Cassino.
Ospita oltre mille soldati (1.051 ne riporta l’elenco all’ingresso) del secondo corpo d’armata polacco ed è presente anche la tomba di Władysław Anders, il generale polacco morto nel 1970 a Londra, ma che secondo le sue volontà è qui sepolto con i suoi uomini. Poco oltre l’ingresso, sulla sinistra, il Museo Memoriale del secondo Corpo d’Armata Polacco, inaugurato il 17 maggio 2014, in occasione del 70º Anniversario della Battaglia di Montecassino, realizzato grazie all’iniziativa dell’Associazione Generale dei Polacchi in Italia in collaborazione con l’Ambasciata di Polonia a Roma. Il progetto dell’edificio è stato ideato dallo studio dell’architetto Pietro Rogacien, figlio di un ex combattente di Montecassino, nonché uno dei costruttori del cimitero. L’esposizione è stata curata dalla Prof.ssa Krystyna Jaworska, i cui genitori erano militari del 2º Corpo d’Armata e dal Dott. Paolo Morawski.


Anfiteatro Romano

L’anfiteatro romano fu fatto costruire dalla matrona Ummidia Quadratilla nel I secolo d. C. La struttura è di forma ellittica con il diametro del lato maggiore pari a circa 85 metri ed il lato minore che raggiunge una dimensione pari a 69 metri.
Molto probabilmente nella parte alta dell’anfiteatro erano presenti delle feritoie il cui scopo era quello di accogliere una serie di listelli che andavano a sorreggere il velario. Poteva ospitare circa 4500 spettatori, disposti su 12 gradinate.
Il quartiere che oggi sorge ai piedi dell’anfiteatro, proprio per la presenza di quest’ultimo, è denominato “Colosseo”.


Teatro Romano

Il Teatro Romano è di età augustea (27 a.C.-14 s.C.); ha il tipico schema di teatro greco-romano, di forma semicircolare e con la pendenza della montagna che viene sfruttata per il sostegno di venti gradini. Essi si ripartiscono in una Summa cavea che ne comprende sette ed un’Imma cavea di tredici gradini. L’accesso era garantito da una serie di gallerie coperte che conducevano direttamente all’ultimo gradino della struttura. Dimenticato completamente nel periodo medievale, fu riportato alla luce solo nel 1936 e fu oggetto di restauro intorno agli anni cinquanta e successivamente nel 2001. Ha una capienza di circa 3000 posti a sedere e viene tuttora utilizzato nel periodo estivo per numerosi eventi ed attività culturali, quali spettacoli, concerti, cinema all’aperto. Il teatro è ubicato all’incrocio tra via Crocifisso e via Montecassino.


Terme Varroniane

Le Terme Varroniane sono un parco naturale-termale nato nel dopoguerra nei pressi della villa di Marco Terenzio Varrone, erudito scrittore latino, presso la città di Cassino. Nella zona del territorio di Cassino detta Monticello, presso la stazione ferroviaria, oltre a confluirvi le acque del fiume Rapido, sgorgano migliaia di sorgenti che generano uno dei rami del fiume Gari. La zona sorgentizia delle Terme Varroniane è classificata come la più grande d’Italia. Tali acque sgorgano dal parco delle Terme Varroniane, ricco di vegetazione, nella quale spiccano i salici piangenti con i rami spioventi sui ruscelli. Il paesaggio è particolarmente suggestivo in primavera e autunno. Il parco è poco distante dalla zona dove dovrebbe esservi l’antico edificio latino identificato come una sontuosa villa appartenuta a Marco Terenzio Varrone, da lui citata nei suoi scritti. Marco Tullio Cicerone sostiene che la villa avrebbe ospitato degli incontri amorosi sregolati di Marco Antonio. Il parco ospita oggi uno stabilimento idropinico, la sala congressi-banchetti, l’area concerti ed il camping internazionale, attrezzato con area pic-nic e per attività sportiva. I ruscelli sono ricchi di fauna come trote, carpioni, anguille e lamprede.


Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è il più antico parco d’Italia noto a livello internazionale per il ruolo avuto nella conservazione di alcune tra le specie faunistiche italiane più importanti, quali il lupo, il camoscio d’Abruzzo e l’orso bruno marsicano, nonché per le prime e numerose iniziative per la modernizzazione e la diffusione localizzata dell’ambientalismo. È ricoperto da boschi di faggio per circa due terzi della sua superficie. Si estende prevalentemente in territorio montano e pastorale, dove non è praticabile la coltura della vite e dell’olivo, sconfinando nel piano delle colture nelle valli del Giovenco e in Val di Comino.
I grandi mammiferi sono stati la causa principale dell’istituzione della riserva. Oltre i già citati orso bruno marsicano (simbolo del parco), il lupo appenninico (è il predatore più importante del parco e di tutto l’Appennino) ed il camoscio d’Abruzzo troviamo la lince, il cervo ed il capriolo. Sfuggevole l’incontro con il gatto selvatico, la martora, la faina, il tasso e la puzzola, specie diffuse su tutto il territorio nazionale.


Grotte di Pastena

Le Grotte di Pastena sono un complesso di cavità, situate nel comune laziale di Pastena, in provincia di Frosinone nell’Italia centrale. Scoperte nel 1926 dal barone Carlo Franchetti e divenute turistiche già l’anno successivo, sono gestite dal “Consorzio Grotte Pastena e Collepardo”. Le cavità sono suddivise in due rami: quello “attivo” inferiore e quello “fossile” superiore. Quest’ultimo è definito fossile dato che il processo di stillicidio (che crea stalagmiti e stalattiti) non ha più corso da diverse decine di migliaia di anni. Il sito delle cavità sorge sulla strada provinciale che da Pastena porta a Castro dei Volsci, a 4,5 km dal primo e 9 dal secondo. Fra i centri abitati più vicini vi sono la frazione pastenese di Casanova-Cavatelle e quella castrese di Collevento.
Le Grotte di Pastena hanno restituito anche numerosi reperti archeologici relativi a sepolture ed offerte di carattere rituale risalenti ad epoca preistorica (Neolitico ed età del Bronzo).


Gaeta

Gaeta (LT) sorge su un promontorio nell’omonimo golfo sul Tirreno e dista circa 80 km da Napoli e 120 km da Roma. Per gli amanti della nautica è possibile ormeggiare la propria imbarcazione e visitare le Isole Pontine poste di fronte (Ponza, Ventotene) o noleggiare una barca e fare il giro del promontorio navigando lungo la costa fino a Sperlonga e San Felice Circeo. Tra le spiaggie ricordiamo quella di Serapo situata sull’istmo in pieno centro urbano, unica per la larghezza dell’arenile, la finezza ed il biancore della sabbia. A livello enogastronomico la freschezza del pescato del giorno offre ottimi piatti: il pesce lo si vede direttamente nelle cassette che i pescatori espongono al tramonto sui banchi disposti parallelamente al lungomare. Imperdibile la Tiella, una tipica pizza rustica composta da pasta di pane al cui interno viene messo un condimento diversificato: polpo, olive nere, alici, scarola, baccalà, aglio, olio extra vergine di oliva e peperoncino.
La numerosità delle chiese, il duomo, e i numerosi edifici religiosi la rendono attraente anche per coloro che amano ripercorrere tracciati religiosi impressi nelle opere architettoniche e negli affreschi conservati nelle numerose strutture del luogo.